IL SOMMO VATE – ATTO SECONDO
ATTO SECONDO
(Sala del trono; giorno; di fronte al trono è disposta una pedana alta circa un metro, coperta da un panno rosso; la luce permette finalmente di osservare l’arredamento della sala del trono, che consiste di sex.machines, enormi falli artificiali, bambole di plastica per coiti solitari, scaffali con prodotti lubrificanti per inserzioni difficoltose, enormi clisteri; entra l’archeoastronzo Mauro Mau seguito dai Tretrans)
Mauro Mau:
Anche il Sommo Vate, maledetto,
del trascurarmi prende gran diletto.
Eppur fui il primo che si accorse al mondo
che il buco del cul spesso è rotondo,
piantandomi ben dentro nel sedere
il parapetto di un antico belvedere(*).
Esso era quadro e posto dentro il retto,
sebbene provocasse un grosso effetto,
mi lasciò come l’impression sbagliata
di aver subito una pessima inculata.
Ma come, mi dissi, perfino L’Avogadro(*)
prescrisse l’assenza di ogni cazzo quadro:
vuoi vedere che la morbida rosetta,
quadra non è neppure quando è stretta?
Ne dedussi allor, da gran ricercatore,
che commettevan tutti un grosso errore:
scoprii per primo, prendendolo dal retro
che quadrato non è mai il didietro!
Eppure in quest’isola(*) incantata
nessuno mi dedica neppure una cacata.
Quando mi reco all’università, assai spesso,
il direttore afferma ch’io sia fesso,
ed anche il Sommo Vate ha preferito
osservar di Ameba Loffia il rito,
senza curarsi dell’indicazione,
di usare un gran menhir come pingone(*).
È incredibile che non essendo un gonzo
mi chiamino tutti il principe archeoastronzo!
(Si appoggia sconsolato al trono, singhiozzando)
Tretrans:
(Sulla musica di Ma le Gambe
Quando Mauro Mau incomincia a singhiozzar,
c’è allor da far,
da consolar.
Forse si potrebbe la pillona(*) con il culo allinear,
menarla un po’,
dentro il popò(*)…
Saran belli gli equinozi, e i solstizi ancor di più,
ma le tette, son più belle coi capezzoli all’insù.
Se a te piacciono gli zenit, a lui piacciono i nadir,
ma il puzzone(*), ma il puzzone, dentro il cul ci fa impazzir.]
Due chiappette maliziose, ti sapranno catturar,
ma una nerchia ritta in bocca, è più buona da ciucciar.
Due palline un po’ pelose, due palline rosse e blu,
falle sbatter, sul tuo culo e non ci pensare più.
Dai su sveglia Mauro Mau non stare lì a rimuginar,
prendilo in cu’(*)
come sai tu
Vedrai che un batacchio duro ti farà pure sborrar
in punta su
succhialo tu.
Saran belli gli equinozi, e i solstizi ancor di più,
ma le tette, son più belle coi capezzoli all’insù.
Se a te piacciono gli zenit, a lui piacciono i nadir,
ma il puzzone(*), ma il puzzone, dentro il cul ci fa impazzir.
Due chiappette maliziose, ti sapranno catturar,
ma una nerchia, ritta in bocca, è più buona da succhiar.
Due palline un po’ pelose, due palline rosse e blu,
falle sbatter, sul tuo culo e non ci pensare più.
(Applausi scroscianti di tutti, attori e pubblico; masturbazione generale ed eiaculazione collettiva)
Prof Kotòner:
(entrando di corsa, trafelato)
Zitti tutti, pranko di invertiti, kulattoni,
il Fate arrifa, toccatefi i koglioni.
Kvest’occi il Zommo rizolferà il pusillo(*)
kalzanto per l’occazione i takki a zpillo.
Sommo Vate:
(entrando seguito dai due armigeri ed andando a sedersi sul trono; calza due scarpe con tacchi a spillo da trenta centimeri e incespica continuamente aggrappandosi alle lance falliche che si gonfiano di conseguenza rizzandosi baldanzose; nel frattempo entrano anche tutti gli altri andando a disporsi accanto alle sculture falliche ed alle sex machine; ciascuno mimerà a piacere la recitazione degli attori secondo il proprio estro usando gli elementi di arredamento)
Ah che goduria! Oggi a colazione
presi nel culo il fusto di un cannone:
è piacevole cominciare la giornata
porgendo l’ano ad una cannonata!
Dopo la notte di tregenda or or conclusa
è tempo adesso di pensare alla balusa(*).
Chiamate dunque il Generale Shardariano:
Stronzo Bestiale cavategli dall’ano
e trasferitelo in fretta e senza doglie
nel purchiaccone(*) ansioso di mia moglie.
A Genofeffo Mannutrodju il prode
sian date a cambio, in culo, due uova sode!
(Mormorato ai due armigeri)
Se si duol del baratto, pure trenta,
o anche di più se ancor non si accontenta.
Coro generale: entra Genoveffo Mannutrodju
(sulla musica del Tamburo della Banda d’Affori, con accompagnamento di fragorose scorregge)
‘rrivano i troddi, ‘rrivano i troddi
‘rrivano i troddi del general,
del general, del general.
Oh Mannutrodju metti il culo sopra il pital
Oh Mannutrodju metti il culo sopra il pital
Dedalonur, Dedalonur
Dedalonur, se lo prende in cul,
lo prende in cul, lo prende in cul.
Dai Generale mettilo in culo a Dedalonur.
Dai Generale mettilo in culo a Dedalonur.
Ma che chiappette, Dedalonur,
ma che splendore di chiappe hai tu,
e col culetto volto all’insù,
la vaselina già metti in cù(*)
Fancul, fancul,
fancul, fancul ,fancul…
Vai nel culo generale della bocciofila
Spremi il cazzo come fosse in una pirofila,
Oh ragazzo, mena il cazzo che il condottiero è qua
Che bordello, sempre quello, combinerà.
Ecco arriva il condottiero dei mille bischeri
Che nel culo si è già preso i quaranta pifferi
Oh gran figlio di puttan,
caca in fretta e la merda tienla in man!
È il generale, è il generale,
è il generale che arriva qua
che arriva qua, che arriva qua
Stronzo Bestiale in fretta in fretta ci cagherà
Stronzo Bestiale in fretta in fretta ci cagherà
Cagalo adesso, cagalo adesso,
cagalo adesso con l’esplosion
con l’esplosion, con l’esplosion
Dai Genoveffo spara il troddio come un cannon
Dai Genoveffo spara il troddio come un cannon
(Entra il Generale Shardariano Genoveffo Mannutrodju, seduto su un enorme vaso da notte trasportato a braccia da quattro portantini che posano il vaso sopra la pedana e si dispongono attorno al capo come una vera e propria guardia del corpo)
Generale Shardariano:
(le sue parole verranno sottolineate dalle scorregge e da espressioni acconce che sottolineano il continuo sforzo creativo)
Lasciando a mezzo l’ennesima cacata,
giunsi di corsa, obbedendo alla chiamata.
Ti prego, Vate, vediamo di far presto
ché l’editor quest’oggi aspetta il testo
del mio prossimo tomo(*) sconvolgente
che questa notte mi è venuto in mente.
Devo recarmi poscia ad Arborea
per produrre chili e chili di diarrea
e guadagnarmi la solita gratifica
da parte del Consorzio di Bonifica(*).
Non per nulla in Sardegna e Meridione
mi chiaman tutti il General Cagone
Sommo Vate:
(seccato dalla prosopopea di Genoveffo Mannutrodju)
Sentimi bene, Cagone Generale,
che vivi ad ufo assiso sul pitale,
se ti ho chiamato quest’oggi al mio cospetto
è solamente perché dal tuo buchetto
espeller tu devi, proprio adesso,
Stronzo Bestiale, il traduttore fesso
che hai succhiato attraverso il tuo condotto(*)
scambiandolo per la bega(*) d’un bardotto.
Cagalo in fretta, militare scaltro,
e vedremo uno stronzo farne un altro!
Espulso dallo strafanario(*)il paleografo
metti al suo posto un valido fotografo
che documenti con le fotografie
vuoi le cagate vuoi le fesserie
che i tuoi seguaci della merda amanti
mangiano giornalmente tutti quanti.
Dunque caga, gran testa di flamberga(*)
fatto che l’abbia: fuori dalle terga!
Generale Shardariano:
(piuttosto seccato, ma obbligato ad abbozzare)
Ad un invito sì gentile e assai garbato
non posso che fare come l’inculato,
il cretin che lo prende nel sedere
e deve pure finger di godere.
Adesso te lo cago, ma è un peccato,
ad averlo nel retto ero abituato:
stando là dentro, Bestiale, il mio collega,
si rendeva più gradito di una sega!
(Comincia lo sforzo cacatorio, mentre le scorregge accom-pagnatorie aumentano di frequenza e intensità)
Coretto dei prodi portatori del vaso:
(sull’aria de Il Pinguino Innamorato, con ricco contrappunto di flatulenze a tempo)
Soffre, soffre, soffre
col culetto un po’ arrossato
forse gli fa male
per gli stronzi che ha cagato,
ma, sgagazzando qua e là
non si ferma perché sa
di cagare uno stronzo in frac.
Spinge spinge spinge
il generale shardariano
certo è un fatto strano
che si rompe il culo sano,
ma, scoreggiando su e giù
anche se non ne può più
sta cagando un grosso stronzo in frac.
Spingi nostro generale,
spingi dai non ti fermar
anche se il tuo cul fa male
caga dai lo stronzo in frac. (urlo generale: Fallo per noi!)
Troddia, troddia, troddia
fai scoppiare l’intestino,
ecco che s’ammoddia(*)
esce come un bel bambino
già lo vediamo qui con noi
applaudiamo assieme a voi,
è l’arrivo dello stronzo in frac!
(applaudono felici, mentre uno sbuffo d’aria fetida fa gonfiare il tappeto rosso sulla pedana indicando che Stronzo Bestiale ha forato il fondo del vaso da notte ed è finito sotto la pedana.)
Stronzo Bestiale:
(Voce che esce da sotto la pedana)
Porco cazzo! Che pacca, che gran botto,
uscir dal culo è proprio un terno al lotto,
con lo sfintere chiuso attorno al collo,
lo strangolamento ho rischiato, come un pollo.
Per fortuna al mestiere sono aduso,
indenne di passar per il pertuso(*):
non per nulla oltre che Bestiale
Stronzo anche sono, e abituato all’orinale.
Sommo Vate:
(levandosi in piedi nella confusione generale, imitato dalle lance degli armigeri che si erigono diventando due enormi cazzi)
Amici cari, inneggiamo allo scienziato
entrato in culo ed or dal cul rinato,
un viaggio iniziatico nel retto
che a Genoveffo ha dato gran diletto,
evitandogli la noia quotidiana
di mettere nell’ano una banana.
(Mentre il Sommo Vate parla e tutti sono intenti ad ascoltarlo, il perfido Mauro Mau aiutato dallo scudiero si avvicina alla pedana e fa scappare Stronzo Bestiale; escono dalla scena in punta di piedi e senza neppure una scorreggia)
Esci e mostrati a noi, traduttor divino,
sei pronto dunque al grande tuo destino?
Da oggi vivrai, nella vulva racchiuso,
come un magico vibratore multiuso,
e decifrando il nuragico da lì
titillerai di Elenoclisma il punto “G”!
Ella, inebriata dai ripetuti orgasmi,
e scossa nell’intimo dai ficaioli spasmi,
la pianterà di rompermi i coglioni
pretendendo elefanti e stranguglioni(*).
(Silenzio; tutti guardano verso la pedana da cui non proviene alcun segno di vita)
Professor Kotòner:
(sollevando con cautela il panno che copre la pedana e sbirciando)
Ztronzo Peztialeeeee… moztrati koraccio,
non ezzer timito come un vercinello paccio,
la mogliera del Fate, la cicciabaffa(*) pronta,
attente come una facca per la monta.
Se non ti zbrighi ella, poferina,
nel kul si spatterà una koluprina!
(Ancora silenzio; pausa di sgomento)
Sommo Vate:
(sull’incazzato)
Kotòner, tieni o no alle palle?
Solleva dunque dal tavolo lo scialle!
Professor Kotòner:
(Immobile, piegato sotto la pedana)
Zommo Fate, profeta, gran magnaccia…
Di Ztronzo Beztial qua zotto non c’è traccia!
Sommo Vate:
(incazzato, rivolgendosi a Genoveffo Mannutrodju)
General della minchia, gran fedigrafo(*):
hai finto di evacuare il paleografo!
Nel cul lo tieni ancora, maledetto:
immantinente fallo uscir dal retto!
Generale Shardariano:
(preoccupato, tra scorregge esitanti)
L’ho espellito… espelluto… espellato… (*)
Ti giuro che dall’ano l’ho cacato!
Mentre passava nel cul ebbi l’idea
Di sentirlo decifrare l’Odissea!
Che sia successo dopo non saprei,
fosse per me ancor lo cacherei!
Prof Kotòner:
(molto incazzato, ricolto agli armigeri)
A Mannutrodju per ortine del Fate,
un enorme klistere praticate.
Metteteci dentro il palsamo algonchino,
secua un cran zecchio di peperoncino,
tue litri puoni di acido muriatico
qvattro kili di morpido stallatico.
Vetremo allor se dentro l’orinale
troferemo alfin Ztronzo Peztiale!
(Gli armigeri eseguono usando le due lance, trasformate in un enorme clistere; Genoveffo Mannutrodju gradisce con evidenti mugolii di piacere)
Generale Shardariano:
Sì, sì, nel retto pompate la brodazza,
stimolate un gran mastello di cagazza:
ingollata dal culo la manteca,
di libri scriverò una biblioteca:
come il mio editore sempre dice,
più merda cago, tanto più è felice,
a forza di produrre grossi stronzi
cresce la massa di lettori gonzi!
(Seduto sul vaso da notte, emette fragorose flatulenze simili a tuoni, provocando la paura di tutti gli astanti; al termine, Kotòner si avvicina per sbirciare nel pitale
Prof Kotòner:
(titubante, tappandosi il naso con una mano)
Zommo Fate, io non forrei tire,
lunci da me folerfi far zoffrire,
però il gran studioso tratuttore
nella merta non c’è, resta il fetore,
la puzza trementa, l’otoraccio,
ma di Ztronzo Pestiale non v’è traccio(*).
FINE ATTO SECONDO
QUANTO SONO SCEMO?
Tanto, tanto, tanto,
Sono così cretino che ho dato il link a mezzo mondo. In questo modo tutti sono venuti a leggere i lmio blog!
Si può essere piu tonti?
PRONUNCIA DELLA LINGUA NURAGICA
Il Dedalonur (Petus Teribbilis)
IL SOMMO VATE – ATTO PRIMO
COME MI CHIAMANO IN FAMIGLIA??
By Dedalonur
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-strombazzata
-alito di culo
-tromba d’ano
-bronza
-puzza
-loffa
-folata
-turbolenza
-piritu
-pereta
-troddio
Qualcuno anche testa di cazzo, ma non sono molti.
SONO LO SCEMO
di Dedalonur
Sono lo scemo tirato a puntino
Dopo che ha fatto un grosso pompino.
Un asin cazzuto ho fatto godere
prendendo il suo cazzo dentro il sedere
(Dalla mia opera: Sciardana i polli del mare)